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Enco Bearzot (1982) |
E Bearzot, o il vecio come veniva soprannominato, aveva lasciato quel mondo senza clamore. Allenatore della nazionale di calcio dal '75 all'86 aveva ottenuto un quarto posto al mondiale d'Argentina del 1978, un quarto posto agli europei e la coppa del mondo del 1982, indimenticabile anche per chi non l'ha vissuta ma se l'è sentita raccontare. Una coppa del mondo che è nei ricordi di tutti gli italiani più di quella del 2006, proprio perché avulsa da una spettacolarizzazione che va oltre il gioco del calcio e sfocia nel gossip e soprattutto, a volte, nelle truffe operate da giochi di potere.
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Enzo Bearzot e Marcello Lippi (2006) |
Anche quel mondiale dell'82 fu criticato aspramente, si veniva anche in quel caso, come nel 2006, da uno scandalo calcistico (1980 n.d.r.) che vide coinvolto niente popo' di meno che il goleador della nazionale Paolo Rossi, il quale pagò colpe di molti giocatori della sua squadra, il Perugia, colpevoli di aver dato vita al fenomeno truffaldino (che oggi ben conosciamo) del "calcioscommesse". Ma la sana moralità dell'allenatore friulano seppe infondere nel giocatore e nel gruppo intero una serenità e consapevolezza uniche, armi, con le quali la nazionale sconfisse tutti i suoi avversari nel mondiale spagnolo. Bearzot fu cruentemente polemizzato sia all'alba del suo incarico sia da campione del mondo, i giornalisti in toto gli erano contro, tanto che fu lui ad ideare nel 1982 il silenzio stampa, un acerbo Matarrese presidente della Lega voleva escluderlo a tutti i costi. Insomma quell'Italia che tutti ricordiamo nell'esultanza di un euforico Tardelli lottò contro tutto e tutti per questo è rimasta impressa in tutti noi, fu vista come una corazzata in un mare in tempesta che ne uscì fuori come fosse un highlander, destinata a vivere in eterno.
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Enzo Bearzot gioca a carte col Presidente della Repubblica Sandro Pertini |
Tutti momenti che restano indimenticabili istantanee televisive dentro di noi. Istantanee di una corazzata che agli ordini del comandante Bearzot, grazie alla tecnica calcistica basata sulla polivalenza tecnica e d'animo degli undici giocatori che scendono in campo, portarono a casa un'immane impresa lasciando poi posto solo alla commerciale impresa dello squallido calcio odierno.
E per questo esce di scena, così in silenzio, senza clamore, il comandante Bearzot, perchè lui sa che in fondo non muore mai, lui è un highlander che sopravviverà anche alla flagellata era moderna.
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