lunedì 13 dicembre 2010

L'ingiustizia è fatta-Il "crac Parmalat"


Calisto Tanzi, Presidente Parmalat fino al dicembre 2003

Lo scorso 9 dicembre si è concluso il processo d'appello sul famigerato "crac Parmalat" e il Tribunale di Parma ha emesso la sentenza: 18 anni al fondatore e Presedente del gruppo, Calisto Tanzi, 14 anni al direttore fianziario Fausto Tonna,10 anni al dirigente Giovanni Tanzi (fratello di Calisto) e altre diverse condanne a dirigenti e membri del Cda.
Ricordiamo che il crac della Parmalat è il più grande scandalo finanziario europeo, lasciando a fine 2003 un buco di ben 14,3 mld di euro, azzerando il patrimonio dei piccoli azionisti e mandando sul lastrico centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori che avevano investito in bond Parmalat.
Ma la truffa e la frode del gruppo di Collecchio è stata perpetrata sin dalla fine degli anni ottanta, nel quale periodo di tempo il Gruppo era già sommerso da pesanti debiti.Ovviamente Tanzi ed i suoi sono riusciti ad evitare il fallimento e continuare a truffare fino a sette anni or sono grazie e, soprattutto all'accondiscenza di alcuni istituti bancari, tra cui Bank of America, Deutsche Bank, MontePaschi, Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza e altre.
Come riportato sopra, il dissesto di Parmalat alla fine degli anni ottanta ammontava a oltre cento mld di vecchie lire, ma per evitare il peggio, l'allora Cavalier( a proposito ci son voluti 7 anni per togliergli l'onoreficenza,ndr) Tanzi decise di quotare il Gruppo in Borsa e trasformare l'azienda in una società per azioni.Per far ciò, bisognava risanare i conti, ma il Cavaliere pur avendo nel Gruppo una parte in forte perdita ovvero Odeon Tv, chiese un prestito alle banche di circa 120 mld di lire.In seguito con movimenti poco chiari, Parmalat riuscì a liberarsi dell'emittente in perdita(che in seguito fallì), ottenne il prestito e quotò la società in Borsa senza fornire troppi chiarimenti alla Consob.Nonostante la quotazione, la situazione non igliorò, anzi i debiti continuavano ad aumentare, così per evitare un quasi certo default, Tanzi continuò a giocare sporco, occultando le perdite del Gruppo. Questo fu possibile grazie all'altra mente del Gruppo, il Direttore finanziario Fausto Tonna (  nella foto a destra).
Il Dottor Tonna creò una rete di società distribuite tra Caraibi, Isole Cayman e Seychelles e a New York aveva creato un fondo Epicurm, grazie al quale la Parmalat riversava circa 400 mln di euro su un'altra società: Parmatour, nel settore turistico.Questi soldi però venivano iscritti come crediti e conferiti nel succitato fondo. Tale operazione era ovviamente falsa ma sufficiente ad ingannare il mercato e a far credere che il Gruppo godesse di buona salute economica emettendo anche false fatture, tali fatture figuravano come crediti, che puntualmente venivano incassati.
Come se non bastasse, Il duo T&T, aprirono un falso conto corrente presso la Bank of America, intestato alla società Bonlat con sede alle Cayman, sul quale figuravano la bellezza di 3,9mld di euro.Con questo escamotage, le banche continuavano a concedere prestiti nonostante Parmalat non aveva un euro di liquidità.
Qusti giochini si protrassero fino al 2002, quando Tanzi chiese 50 mln di euro al'allora Banca di Roma, la quale in un primo momento rifiutò ma dopo, grazie all'intercessione del Presidente Geronzi, la cifra fu sbloccata.
Dopo la scoperta del buco, l'Amministratore incaricato del salvataggio, puntò subito il dito contro le banche.Infatti fu accertato che Detsche Bank a fronte di un prestito di 140 mln di euro, incassò interessi per circa 217(+ 140%) così come Unicredit da 171 mlnprestati ne ricavò 212(+ 124%), quindi ora si capisce perchè le banche abbiano taciuto alle difficoltà del Gruppo, emettendo bond ai piccoli risparmiatori fino a pochi giorni la scoperta del crac
nel dicembre 2003 la Consob, organismo di controllo delle società quotate, avviò seri controlli, scoprì che i 600 mln del fondo Epicurm erano fittizi e che, l'indomani scadeva il termine entro il quale Parmalat doveva onorare i bond, circa 150 mln.Calisto Tanzi fu arrestato poco prima di capodanno, dopo un misterioso viaggio in Ecuador, e rimase a San Vittore in via preventiva per soli 104 giorni.
Dopo 7 anni di dibattimenti e processi la condanna è arrivata. A Tanzi vengono contestati i seguenti reati: bancarotta fraudolenta, truffa, associazione a delinquere, aggiotaggio, false comunicazioni ai vertici di controllo.
Se fossimo in America, dove due anni fa in una vicenda simile a Parmalat, il finanziere Bernard Madoff, accusato di aver truffato i risparmiatori  e anche per oltre 50 mld di dollari, è stato condannato a 150 anni di carcere.
Mentre dei 18 anni comminati a Tanzi, egli non sconterà nemmeno un giorno perchè ha superato i 70 anni, mentre i piccoli risparmiatori che hanno perso tutto, si vedranno rimborsati appena il 5%.
Siamo in Italia.

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