Il cadavere si trova vicino sulla superstrada che chiamano <MeBo>, quella che percorre la valle dell'Adige e unisce Merano a Bolzano: il corpo è vicino all'uscita per Marlengo. Si evince subito che non gli hanno sparato, infatti presenta una grande ferita alla coscia sinistra ed ha il pantalone tranciato, quindi sono evidenti i segni di lame e non d'arma da fuoco.
Il cadavere viene identificato come Andreas Plack, 23 anni assicuratore e buttafuori in discoteche, vista la sua stazza di un metro e novanta per centoventi chili. L'autopsia accerta che il ragazzo è morto dissanguato: gli hanno reciso l'arteria femorale, giusto sopra il ginocchio e l'hanno lasciato morire lì in mezzo alla campagna, al buio e al freddo. Altro particolare è che, quando lo hanno amazzato non era supino, era in piedi: lo dimostrano il calzino intriso di sangue e lo stivale inzuppato che, altrimenti sarebbero rimasti asciutti. Non ci sono tracce di calpestio sotto i meli e sul prato nulla che indichi che il corpo sia stato trascinato, anzi si può anche azzardare che Plack abbia cercato di saltellare verso la strada in cerca d'aiuto, finchè le forze non lo hanno tradito.
Sembra un film horror, perchè si viene a sapere dell'arma del delitto: un motosega. Lo dice quella ferita terribile quel taglio a zig-zag sulla coscia. Sono tanti gli interrogativi, com'è finito Andreas in quel campo? Perché era lì? Petra, la sua compagna racconta che Andreas quella sera aveva appuntamento in un locale di Lana, paese poco distante dal luogo del ritrovamento, con un collega cui doveva saldare un debito di 250 mila delle vecchie lire. Unica stranezza il suo abbigliamento. Petra racconta che il suo ragazzo usciva sempre vestito in modo impeccabile e quella sera calzava stivali e jeans scuri, non era da lui. Altro particolare, vicino al corpo vi è un grande sacco di plastica nera, quelli usati per la spazzatura.

Gli inquirenti la risposta l'hanno già trovata, la soluzione del mistero sta nel suo secondo lavoro, ovvero l'assicuratore. Il ragazzo ci sapeva fare, vendeva tante polizze, e guadagnava piuttosto bene. Tanto che una polizza l'aveva stipulata anche per sè. Neanche un mese prima, quattro miliardi di lire per l'invalidità permanente. E' un gioco da ragazzi trovare l'assassino o meglio il complice di quel mostruoso e sciagurato piano: Christian Kleon, 29 anni, cugino e grande amico di Andreas.
Christian è un operatore ecologico, quindi si spiega il sacco della spazzature vicino al cadavere. Dopo quattro ore di interrogatorio, Christian confessa il delitto. Si tratta di delitto indotto. Perché quel taglio gli è stato richiesto dal cugino, con la possibilità di diventare ricchi.
Da tempo aveva progettato il piano Andreas, aveva detto al cugino che non era una tragedia, in fondo, vivere con una protesi, quando si hanno 4 miliardi, e quella sera, l'ingenuo Andreas pensò che un normale antidolorifico potesse attutire il taglio del motosega. Kleon allora indossò i sacchi neri e cominciò a segare, finito il <lavoro> salutò l'amico e tornò a casa secondo il loro piano. Poi come stabilito, Andreas chiama i soccorsi, viene operato e racconta di essere stato aggredito da malviventi e, dopo, passare ad incassare il premio della polizza.
Christian Kleon viene condannato in ultimo grado a 4 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale.
Così si conclude quello che sembra un film horror di serie b, dove il protagonista, senza una gamba si alza, scappa e vince il mostro. Ma questa è solo una storia illogica, storia in cui un ragazzo accecato dai soldi, è disposto a vivere anche senza una gamba. Appunto vivere, verbo che non sarà più accostato ad Andreas.
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