mercoledì 10 novembre 2010

Caro Ministro Tremonti, non ne possiamo più di mangiare i suoi libri d'economia!

Giulio Tremonti,
 ministro dell'Economia e delle Finanze
"Ma come si fa?!" viene da esclamare con tutta la voce che si ha in corpo. "Come si fa ad essere ministro della Repubblica italiana" e dire la seguente frase: "Di cultura non si vive, vado alla buvette a farmi un panino alla cultura, e comincio dalla Divina Commedia"? Sorprende, davvero, che questa frase l'abbia detta non un comico di terza classe, un bambino fuori di sé, ma il ministro dell'Economia italiana, Giulio Tremonti.

Peccato, davvero, peccato, si è persa un'altra occasione per tacere e fare molta, ma molta più bella figura. Forse bisognerebbe informare il signor ministro che in Italia non c'è bisogno di infangare la cultura per farla regredire a futili pensieri. In Italia la cultura è stata già depredata dai governi senza, appunto, cultura. Dai governi che sono formati da persone, individui, senza attitudini alcune, se non quella di essere mediocri e di non saper far nulla se, non sedersi su di una poltrona. Basta pensare che lo stesso ministro dell'agricoltura si può trovare a fare il ministro delle telecomunicazioni o dell'istruzione o, ancora, della sanità.

Con la cultura, caro ministro, si può mangiare e come. Forse lei non lo sa, le consiglio di leggere a sera il Decamerone, la Divina Commedia, i Promessi Sposi,  iniziare diciamo da zero, non dico dall'alfabeto... perché quello credo che lo sappia, visto che legge continuamente quei bei libri interessanti, fatti di numeri e lettere, quelli cosiddetti d'economia, che tanto bene ci dovrebbero fare a noi italiani. Quei testi che lei scrive, di finanza, che ci dovrebbero far mangiare, quantomeno, panini.
La Divina Commedia
   Beh allora sappi caro ministro che quei libri non hanno mai sfamato nessuno. E che se in Italia ci si arrangia, lo si fa grazie alla, tanto da lei, disprezzata cultura. Che valgono molto di più, agli occhi di uno straniero, gli scavi di Pompei che una distesa di fabbriche. Che questo mondo, potrebbe girare benissimo introno alla cultura e che, si guadagnerebbero gli stessi, soldini, e lei lo sa.
   Il fatto è che lei e quelli come lei avete deciso di farla girare, l'economia, intorno alla finanza più facile da conteggiare e da voi manipolatori, più difficile da comprendere dal popolo, che voi pensate sia ignorante e, lo è perché anche il popolo siete riuscito a manipolare e portare a vostro livello e, dalla vostra parte, grazie a quei fari accecanti della televisione. Diverso sarebbe stata la vostra sorte se questo fosse avvenuto a inizio secolo, ci potete scommettere.

Pompei (i suoi scavi)
L'Italia è conosciuta per le sue bellezze archeologiche, per il suo teatro lirico, per la sua musica, la sua poesia, per la sua storia, non certo per i suoi panini conditi di milioni che, non hanno mai saziato nessuno, mi creda. Se ci liberasse da questo sistema economico e ci desse solo cultura, caro ministro, noi staremmo molto, ma molto, meglio, fisicamente, moralmente e, soprattutto, spiritualmente.

   Carissimo Giulio Tremonti (che tanto si è impegnato per l'Italia) si disimpegni, perché qui, in questo paese, di brutte figure non ne servono più. Quella frase che lei ha pronunciato, secondo lei simpaticamente, fa tanto male all'Italia intera, soprattutto all'indomani della tragedia di Pompei (perché di tragedia si tratta). Quella frase che tanto somiglia alla frase che esclamò, in un momento di rabbia, la regina Maria Antonietta: "Se non hanno pane che mangino le brioches!". La differenza sostanziale è che all'epoca scoppiò una rivoluzione.

Nessun commento:

Posta un commento