Mentre in Italia si discute ancora di pari oportunità o di quote rosa in Parlamento o nei posti chiave del Paese, nel resto del Mondo è diventata consuetudine affidare alle donne i posti che contano; questo accade dal Mozambico all'Uzbekistan e dal Bangladesh alla Liberia.
America- Partiamo dal continente americano dove, è cronaca di questi giorni, in Brasile si è affermata come sostituto di Lula, Dilma Roussef, che ha vinto il ballottaggio con il 55% dei consensi. La Roussef, 55 anni, è la prima Presidenta del paese sudamericano, si presenta come una sergente di ferro. Figlia di immigrati bulgari, ha un passato da guerrigliera marxista, è stata indicata direttamente dal Presidente operaio (questa definizione mi ricorda qualcuno..) Lula, perchè proseguisse sulla strada del socialismo.
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Dilma Roussef, presidente del Brasile |
Idem è la situazione nella vicina Argentina dove, da tre anni al Palazzo Presidenziale siede Cristina Fernandez, neo vedova (sentite condoglianze, ndr) dell'ex Presidente Nestor Kirchner al potere dal 2003 al 2007, e scomparso da pochi giorni. I maligni dicono che, cominci realmente adesso il potere della Fernandez, in quanto fino ad ora non era altro che un firma carte del marito.
Ad inaugurare questo nuovo periodo rosa in sudamerica fu il Cile,dove, nel 2001 si affermò la socialista Michelle Bachelet, rimasta in sella per due mandati tondi tondi.
Tutta un'altra storia invece per quanto concerne Ingrid Betancourt, nel 2002 candidata alle presidenziale colombiana ma rapita dai gureglieri marxisti, e tenuta prigioniera per sei, lunghissimi anni.
Fin qui il sud dell'America, ma spostandoci a nord, negli States, sembra che ancora non sia giunto il momento di un presidente donna, anche se è vero che nelle ultime Amministrazioni, il diparimento più importante, quello di Segretario di Stato, è stato affidato a due donne: la coriacea e suggestiva Codoleeza Rice prima,e la raffinata e diplomatica Hillary Rodham in Clinton dopo.
Asia - Anche il continente asiatico vanta diverse donne al potere, ma ritengo doveroso citare colei che il potere non glielo hanno mai riconosciuto. Aung San Suu Kyj.
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Aung San Suu Kyj. |
Aung San Suu Kyj, 65 anni, figlia del primo presidente birmano, è dal 1990 che, tra carcere e domiciliari, gli viene privata la sua libertà dopo aver vinto regolari elezioni che, la giunta militare al potere (uno dei regimi più totalitari e repressivi al mondo) non ha mai voluto riconoscere. Quindi è da vent'anni che questa grande donna si trova in detenzione, lontana dai figli esiliati a Londra, ai quali è vietato il visto d'ingresso in Myanmar. Lontana anche dal marito, ovvero le spoglie del marito, morto a Londra diversi anni fa lontano dalla moglie.
Le quote rosa non sono un problema nemmeno, come dicevo in apertura, in Bangladesh, uno dei paesi più poveri e retrogradei del mondo, dove siede come primo ministro l'elegante Sheikh (non inganni il nome) Hasina. Rimanendo sempre in Asia, ma spostandoci all'interno, precisamente in Kyrghyzstan, che dopo i disordini della primavera scorsa hanno portato alla destituzione del legittimo e filo sovietico presidente Akyev, al potere è salita la temeraria Roza Otunbayeva, che messasi a capo dei rivoltosi, in pochi giorni ha costretto il vecchio regime alla fuga, facendo approvare anche una riforma della Costituzione.
In ultimo come non ricordare Benazir Bhutto, figlia di Alì Bhutto, prima donna al potere in un paese musulmano, il Pakistan. La Bhutto è stata tra scandali e controversie, per ben due volte primo ministro ed era pronta per una terza volta, se i terroristi e i servizi segreti deviati, nel 2007, non avessero deciso diversamente, assassinandola in un sanguinoso attentato durante un comizio elettorale a Rawalpindi.![]() |
Luisa Diogo, presidente del Mozambico. |
Africa - Ebbene sì, anche il continente nero ha le sue dame nei Palazzi Presidenziali, in Liberia dopo la sanguinosa guerra civile degli anni '90 figura come presidentessa la 70enne nonna Ellen Jhonson Sirleaf, mentre in Mozambico (sì, il Mozambico), dal 2004, ha come primo ministro Luisa Diogo.
Nelle mani di una donna africana c'è, in ambito Onu, l'Alto Commissariato per i Diritti Umani, al cui vertice siede la 66enne Navanethem Pillay.
Oceania - I più grandi stati di questo continente vedono Hellen Clerk e da poco Julia Gillard che guidano rispettivamente il governo di Nuova Zelanda e Australia.
Europa - Veniamo al Vecchio Continente dove, soprattutto nel Nord Europa, è altissima la rappresentanza femminile.
Senza dubbio il ruolo più importante e gravoso è di Angela Merkel, la tedesca dell'ex Repubblica democratica dell'est, da 5 anni è il Cancelliere (primo ministro) della Germania, il più grande Paese europeo.
Singolare è il caso della Finlandia, che da undici anni ha un Presidente donna, Tarya Halonen, gli attenti ricorderanno la simpatica polemica tra quest'ultima ed il nostro attuale Premier,e da pochi mesi come primo ministro si è insedita la bella Mari Kiviniemi, che guiderà un governo formato da 11 ministre su un totale di 20.![]() |
Mari Kiviniemi, presidente della Filandia. |
E' storia recente ciò che riguarda la Lituania, in cui la Presidente è Dalia Grybauskaite (chissà come si pronuncia, ndr); la Slovacchia che è governata da Iveta Radicova; l'Irlanda che ha percapo del governo Mary McAleese; l'Islanda il cui governo è retto dall'algida Johanna Sigurdardother e la Croazia, il cui primo ministro è Jadranka Kosor.
Anche nella vicina Svizzera il potere è rosa. Infatti sono donne le tre più alte cariche dello Stato: Doris Leuthard è il Presidente, mentre i due rami del Parlamento, la Camera Bassa e Camera Alta, sono occupati rispettivamente da Pascale Brunder e Erika Forster Vannini.
E in casa nostra com'è la situazione? Oltre i vari ministeri di secondo piano, il gentil sesso è a capo di due delle tre più grandi città: Milano e Napoli.
Nel capoluogo meneghino da tre anni siede come sindaco l'ex ministro Letizia Moratti, mentre nella città partenopea da ben nove anni il posto di comando è nelle mani di Rosa Russo Jervolino, già ministro dell'Istruzione e dell'Interno. Anche Genova ha la sua sindaca, Marta Vincenzi.In politica i posti di comando finiscono qua, ma meritano di essere citate anche Emma Marcegaglia, a capo di Confindustria, e Susanna Camusso, neo segretario di CGIL, il più grande sindacato italiano.
Ma saranno maturi i tempi per un premier donna?
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