domenica 7 novembre 2010

Pompei: La Scuola dei Gladiatori dell'anti-cultura italiana

Schola Armatorum, Pompei
   Crolla la Schola Armatorum di Pompei. Una notizia, questa, che dovrebbe far rabbrividire il popolo italiano. Ma in questa Italia, "queste non sono notizie, ci sono problemi molto più gravi che pensare a pietre vecchie che per forza di cose debbono cadere". In questa Italia fatta per individui privi di ogni passione intellettuale e culturale, questo accadimento non è un disastro da biasimare ma una notizia da coprire d'increscioso silenzio.

Noi sentiamo profondamente il bisogno di sposare le dichiarazioni del nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: "Quello che e' accaduto a Pompei dobbiamo, tutti, sentirlo come una vergogna per l'Italia. E chi ha da dare delle spiegazioni non si sottragga al dovere di darle al piu' presto e senza ipocrisie".
   Già, non si sottragga il manovratore di tale sciagura che ha radici profonde, radici tagliate dalle scuole che oramai, sconfortate, propinano nei nuovi cervelli di adolescenti in cerca di marmitte per i loro mezzi da truccare o discoteche in cui potersi sballare. Il sindaco dichiara che era un crollo annunciato. Ma questi annunci, ci chiediamo, perché si fanno sempre all'indomani della notizia, della sciagura. 
Giorgio Napolitano,
Presidente della Repubblica
  Forse perché, vogliamo credere, che oramai richiedere interventi preventivi a difesa dell'arte, della cultura è inutile, proprio inutile, tanto alla fine non se ne ricava niente. Forse è questo il motivo che imperversa nelle parole sbalordite delle persone preposte alla salvaguardia. Anche se salvaguardia è parola da intendersi in ben altro modo, di quello primordiale, la salvaguardia dell'arte è ormai puro eufemismo. Oggi si può parlare solo di salvaguardia di posti di lavori. Posti, molte volte ricoperti grazie a delle forti raccomandazioni. Non è solo impressione, infatti, che spesso nei musei o posti simili vi sono persone senza alcuna attitudine artistica. Ma questo è il minimo quando ci si ritrova di fronte al crollo della cultura e della nostra millenaria società.

   
Qualcuno più maligno potrebbe impostare, il crollo della Scuola dei Gladiatori di Pompei come icona dei continui tagli alla cultura, senza pensare che l'unica cosa che l'Italia ha da secoli è la cultura. L'Italia per il mondo è conosciuta per questo. Invece si vuole continuamente prestare attenzione alla nostra economia al centro di tutta l'agenda governativa. Si pensa alle aziende, all'industrie con il risultato, pressoché deludente, di una continua emigrazione delle più importanti aziende italiane all'estero. Si aggiunga l'esterofilia italiana che fa sì che si accettino aziende estere che giorno dopo giorno soppiantano le nostre... e ce ne beiamo, spesso. 


  Bisognerebbe chiedersi: L'Italia è più rappresentabile da un Marco Aurelio o da una fabbrica di Legnano? Beh la risposta ai lettori.  Intanto dopo l'immondizia, aggiungiamo al tassello "Italia" un'altra vergogna. In attesa di, chissà quali, altre novità: Il crollo del Colosseo?

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