giovedì 25 novembre 2010

L&L-Lega ladrona

Ormai prossimo alla caduta, con gli esigui numeri parlamentari, il Governo Berlusconi non ha più alcun appoggio a livello politico. Dopo la famosa fuoriuscita dei finiani e la conferma della sfiducia del prossimo 14 dicembre da parte dell'UDC di Casini, Berlusconi può contare solo (per ora) sul suo unico e fedele alleato: la Lega Nord.
Umbero Bossi,fondatore e capo della Lega Nord
Come abbiamo visto fino ad adesso, il partito di Bossi (nella foto) è stato determinante se non essenziale per Berlusconi e il Pdl già dalle ultime elezioni che, senza il suo prezioso 10%, a Palazzo Chigi, oggi, siederebbero quelli di Veltroni & Company.

L'alleanza con la Lega è si importante, ma è anche molto cara, in senso politico, i lùmbard non fanno nulla disinteressatamente,sono alleati molto esigenti, come danno così pretendono, infatti hanno condizionato molto la linea politica e l'azione di governo, mettendo spesso lo stesso premier in imbarazzo. Come non ricordare il primo DL del neonato governo (2008), ovvero il <decreto sicurezza>, nel quale i leghisti pretendevano venissero inseriti punti inconcepibili, quali <i medici spia>, <i presidi spia> e le impronte ai bambini rom, provvedimenti in seguito ritirati.

Il <Carroccio> è fedele, ma quanto affidabile e coerente? Tutti ricordano lo sgambetto che Bossi fece a Berlusconi nel'94 e il conseguente scontro che ne seguì, e i vari diktat che ha imposto al Cavaliere sia in sede di alleanza elettorale (2006, la cacciata di Casini, ndr), sia nell'ultima tornata elettorale delle regionali, dove pretese e ottenne che in Piemonte ed in Veneto, i candidati dovessero essere della Lega. Per la cronaca, l'elezioni in Piemonte e Veneto sono state vinte rispettivamente da Roberto Cota e Luca Zaia, esponenti leghisti. Appunto.
   Ormai conosciamo la Lega, partito profondamente popolare, capace di scaldare milioni di cuori, dalle valli piemontesi alle zone industriali venete, ma oltre ad essere popolare è anche molto (troppo) populista.
   Sovente tirano fuori la boutade (mica tanto) della secessione, al grido di "Padania libera", la sostituzione dell'"Inno di Mameli" con il "Và pensiero", l'introduzione del dialetto nelle scuole e altre simili sciocchezze.

Ma il cavallo di battaglia della Lega è quello di combattersi e allontanarsi il più possibile da "Roma ladrona", capitale della <confinante> Italia e simbolo di spreco ed atavico statalismo.
Nella realtà dei fatti però, i lùmbard, non si allontanano affatto da Roma (Italia), anzi vogliono avvicinarsi sempre più, dato che in Parlamento siedono, in totale tra Camera e Senato, 85 deretani verdi, e al governo dell'italico Stato sono presenti 3 ministri.
   L'obiettivo numero uno della Lega è, come sappiamo, il Federalismo. Quindi una volta ottenuto dovranno lasciare Roma e dedicarsi alla politica locale, sennò che indipendentisti sono? Quante volte hanno detto di essere autosufficienti, di essere determinanti con le loro imprese per l'economia italiana, di non chiedere mai aiuto, ma dopo l'ultimo alluvione abbattutosi sul Veneto, il rigoroso e dignitoso governatore Zaia, era un giorno sì e l'altro pure in tv a chiedere aiuto per la sua regione, aiuto ovviamente ottenuto all'istante. 300 milioni di euro tondi tondi. Ma qualcuno si è accorto dell'altro alluvione, quello di serie b abbattutosi nel salernitano? Quanti milioni sono stati destinati ai poveri comuni inondati? Non è dato sapere.
   Quei 300 milioni di euro, sommati agli altri 12mila mensili che i deputati del carroccio intascano non sporcano le loro pregiate mani?
Beh dimenticavo, PECUNIA NON OLET.

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